La Genova di Paganini
Genova possiede ancora tracce della vita di Paganini, che alla sua città natale rimase legato affettivamente, tornandoci anche nelle fasi dei grandi successi internazionali; nel testamento redatto tre anni prima della morte il Maestro, egli lasciò il proprio violino, il Guarneri del Gesù da lui stesso nominato “Cannone” a Genova, onde “venisse perpetuamente conservato”..
Nel 2014 gli Amici di Paganini hanno realizzato, in collaborazione con Comune di Genova e Regione Liguria, un percorso in 12 tappe sui luoghi più significativi legati alla vita del musicista; un modo di visitare la città antica in chiave musicale e non solo. I luoghi paganiniani sono segnalati con targhe in ottone, i luoghi sono stati oggetto di una guida turistica edita da Sagep Editori nel 2019.
Il Comune di Genova ha incluso La Genova di Paganini nella postazione multimediale delle Sale Paganiniane, attraverso un video che ne percorre i punti salienti. Il percorso oggi si presenta in diverse “versioni”: da quella completa a quelle parziali, che si concentrano su alcuni dei luoghi e monumenti del Centro Storico.
1. Teatro Falcone
Teatro annesso al Palazzo Reale, ex Balbi Durazzo
Il Teatro del Falcone fu il primo palcoscenico genovese. Si ha notizia di rappresentazioni già dal 1645. Il Teatro nacque dalla trasformazione della Hostaria sub signu Falconis dove, già dalla seconda metà del Cinquecento, vi furono esibizioni di vario tipo, come era in uso nelle locande all’epoca. Il sito ebbe numerose trasformazioni nel tempo, sino ai gravi danni subìti durante la seconda guerra mondiale e successivi rifacimenti negli anni ’50 e ’70 del ’900, sino al restauro del 2004 per Genova Capitale Europea della Cultura. Viene utilizzato oggi come spazio espositivo.
Nel teatro Falcone, che agli inizi del Seicento vide gli esordi dell’opera in musica a Genova, Niccolò Paganini (Genova 1782 – Nizza 1840) si esibisce il 9 novembre 1827 alla presenza del re Carlo Felice e della famiglia.
«Venerdì scorso ebbe luogo in questo Teatro l’indicata accademia di Paganini, di questo Genio filarmonico, che non ha uguali, e che giustamente vien riguardato come una meraviglia dell’età nostra. Il diletto, la sorpresa, l’incanto che desta sono tali da non potersi esprimere con parole, sia quando con un fil di voce, che appena si sente, ti scende al cuore, e tutte ne ricerca e scuote le fibre con modulazioni d’una dolcezza inesprimibile, sia quando l’arco possente scorrendo con forza su tutte le corde rappresenta da sé solo un’orchestra: il quale effetto produce egli, se cosi gli piace, colla sola quarta corda. Gli Augusti sovrani si degnarono di onorare questa accademia colla loro presenza, e non furono parchi di applausi all’Egregio nostro Professore a ciascuno de’ pezzi da lui eseguiti: applausi che il pubblico ripeté col più vivo trasporto, e che rinnovò con un vero entusiasmo d’ammirazione finita l’accademia».
(Gazzetta di Genova, 14 novembre 1827)
Al concerto, durante il quale Paganini eseguì una composizione per la quarta corda e il Rondò della campanella, prese parte anche la cantante Antonia Bianchi, madre di Achille, l’unico figlio del musicista genovese.
2. Chiesa e Oratorio di San Filippo
L’intero complesso, Chiesa e Oratorio ha origine nella volontà di Camillo Pallavicini, appartenente ai Padri dell’Oratorio (Filippini). La costruzione iniziò nel 1673 e venne ultimata nel 1676. La consacrazione della chiesa avvenne nel 1721. La chiesa decorata con imponente portale di Pasquale Bocciardo conserva all’interno decorazioni a fresco di Antonio Maria Haffner, opere di Domenico Piola e Anton Maria Maragliano. Nel bellissimo oratorio a pianta ellittica si ammirano affreschi di Giacomo Boni e, sull’altare, l’Immacolata, opera scultorea di Pierre Puget.
Niccolò Paganini si esibisce per la prima volta come solista a Genova nella chiesa di San Filippo Neri il 26 maggio 1794. Come ogni anno la festa del Santo è celebrata con grande solennità e con «accompagnamento di scelta musica istrumentale e vocale» ma, in questa occasione, i fedeli ascoltano «un armonioso concerto eseguito da un abilissimo Giovinetto d’anni 11, ch’è il Signor Niccolò Paganini, allievo del cel. Sig. Giacomo Costa Professore di Violino, concerto che riuscì di universale ammirazione» (Avvisi, 31 maggio 1794).
Anche l’anno successivo Paganini tornerà nella chiesa di San Filippo Neri in occasione della festa del S. Titolare e Fondatore: «Fu in essa eseguito un armonioso concerto da un amabilissimo giovinetto d’anni 12, ch’è il Sig. Niccolò Paganino, allievo del cel. Sig. Giacomo Costa professore di Violino, che riuscì di universale ammirazione e gradimento» (Avvisi, 30 maggio 1795). Niccolò Paganini suona anche nel vicino Oratorio di San Filippo Neri il giorno 8 dicembre 1794.
Nel novembre 1796 Paganini è ospite nella vicina Casa Di Negro in Via Lomellini dove incontra Rodolphe Kreutzer (1766-1831), il grande violinista francese i cui concerti, insieme con quelli del connazionale Pierre Rode (1744-1830) e di Giovanni Viotti (1755-1824), furono per lungo tempo l’ossatura del repertorio concertistico paganiniano.
3. Palazzo Tursi: Sale Paganiniane
Costruito per Nicolò Grimaldi, primo banchiere del re Filippo II di Spagna, nel 1568 ad opera di Taddeo Carlone. Nel 1596 passò a Giovanni Andrea Doria e al figlio Carlo duca di Tursi. È un edificio architettonicamente innovativo e monumentale con il cortile sopraelevato al portico. È la sede del Comune di Genova. Nelle Sale Paganiniane, all’interno del percorso espositivo dei Musei di Strada Nuova, è esposto il famoso violino realizzato da Guarneri del Gesù nel 1743, che Niccolò Paganini predilesse fra tutti gli strumenti che possedeva, chiamandolo affettuosamente «il mio cannone violino», per la pienezza del suono. Grazie al lavoro e allo studio eseguito da un team di esperti, ai quali è affidata la conservazione dello strumento, è possibile ammirare il «Cannone» con un’immagine il più possibile fedele alle condizioni in cui venne consegnato alla città di Genova nel 1851, secondo una precisa disposizione testamentaria dello stesso Paganini. Nelle sale, insieme agli accessori originali del «Cannone», sono esposti altri cimeli di notevole interesse, tra i quali il violino «Vuillaume», che il musicista diede al suo prediletto, Camillo Sivori; nonché tre chitarre, lettere autografe, spartiti, tra cui quello della Carmagnola, ed altri oggetti appartenuti a Paganini.
4. Chiesa Nostra Signora delle Vigne
Fondata alla fine del X secolo fuori dalla cinta muraria, in una zona ancora immersa nel verde e circondata dalle vigne. Della prima costruzione romanica resta solo il campanile con bifore e pentafore. La radicale trasformazione barocca risale al 1640; al suo interno sono conservate opere di importanti maestri genovesi come Lazzaro Tavarone, Domenico Piola e Bernardo Castello.
Il 1° dicembre 1794 Niccolò Paganini suona nella collegiata di Nostra Signora delle Vigne in occasione della festa di San Eligio, il santo protettore di una delle più importanti associazioni di mestieri presenti in città, l’«Università degli Orefici». Paganini, che da poco ha compiuto dodici anni e che si esibisce in pubblico per la seconda volta, stupisce quanti lo ascoltano per la grande «destrezza e maestria» (Avvisi, 6 dicembre 1794).
5. Teatro Carlo Felice
Il 7 aprile 1828 il Carlo Felice fu inaugurato con l’opera Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini.
Il teatro fu progetto dall’architetto Carlo Barabino. Cinque erano gli ordini di palchi – ognuno dei quali ne contava 33 – e alla sommità il loggione, capace di 141 posti. Il teatro poteva ospitare circa 2500 spettatori. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio venne colpito da spezzoni incendiari che ridussero il Carlo felice in un rudere. Il 7 aprile del 1987, a 159 anni esatti dall’inaugurazione del primo Carlo Felice, è stata posta la prima pietra del Nuovo Carlo Felice. Firmatari del progetto erano gli architetti Ignazio Gardella, Aldo Rossi e Angelo Sibilla, recuperando un’idea già presente nei progetti degli architetti Paolo Antonio Chessa e Carlo Scarpa. Il Nuovo Teatro Carlo Felice fu inaugurato per la Stagione 1991-1992.
Il 30 novembre 1834 Niccolò Paganini suona per la prima volta al Teatro Carlo Felice. Fra le pagine eseguite, anche le Variazioni su Nel cor più non mi sento e Il Carnevale di Venezia.
«Lieta ed avventurosa fu pel cuore dei genovesi la sera di domenica scorsa! S.M. il re nostro Signore, essendosi, per tratto di sovrana bontà, degnato di gradire un’accademia vocale e istrumentale offertagli in omaggio dell’illustrissimo Corpo Decurionale della città.
Il Cav. Barone Paganini, restituitosi in Patria, per espresso invito di questo, crebbe con l’incanto delle sue melodie, il tributo della pubblica esultanza e leal devozione verso l’Augusto Monarca che ne regge e ne fa fiorire.
Si ben augurata circostanza trasse al Gran Teatro della città un’affluenza straordinaria di popolo, ed alle quattro pomeridiane la platea più non poteva capirne. Difficile a descriversi era il quadro animato all’interno del teatro splendidamente illuminato; non men di tremila spettatori attendevano impazienti l’aspettato momento. Paganini comparve sulla scena. Tutto fu silenzio. Note portentose sorsero al possente tocco dell’arco ed una meravigliosa armonia si diffondea per l’aurea sala; i suoni, la voce e si direbbe quasi la parola, che uscir parea da quel magico legno, producevano negli animi fortemente concitati ora a passione, ora a dolore, ora a festività il più gradito alternare di affetti e pensieri.» (Gazzetta di Genova, 3 dicembre 1834).
Per ringraziare Paganini di aver preso parte alla manifestazione, il Corpo Decurionale della città fece coniare una medaglia con la dedica “decoro e vanto della Patria”.
Il teatro accoglie nuovamente Paganini il 5 dicembre 1834 per un concerto che il violinista realizza per destinare l’intero incasso a beneficio delle famiglie povere.
6. Palazzo Pammattone
Sede dell’Ospedale Civile, al cui origine risale al 1422, e ricostruito nel 1758, fu devastato dai bombardamenti del 1942-43; tra il 1966 e il 1974 il Comune di Genova costruì sulla stessa area il Palazzo di Giustizia, salvando il settecentesco cortile e il colonnato monumentale del vecchio ospedale.
Il 27 agosto Paganini si reca all’ospedale in compagnia del figlio Achille a far visita ai malati di colera. Il musicista annota accuratamente l’evento sulla sua agenda: “Feci con mio figlio una grande visita all’ospedale Pammattone e toccai le mani fredde a vari malati attaccati dal colera morbus”.
7. Palazzo Ducale e Torre Grimaldina
è un sontuoso edificio sorto alla fine del XVI secolo incorporando alcune costruzioni più antiche. Progettato da Andrea Cesarola, detto Vannone, come sede del governo genovese è riccamente decorato secondo quell’idea di magnificenza che la Repubblica voleva offrire: è uno degli edifici più rappresentativi di Genova, fulcro delle attività culturali della città. Gli imponenti restauri, curati dall’architetto Giovanni Spalla, e terminati nel 1992, lo hanno riportato all’antico splendore. Del nucleo originale del medioevale Palazzo dei Capitani del Popolo rimane solo la torre.
Nella Torre Grimaldina di Palazzo Ducale, nel maggio del 1815 Niccolò Paganini subisce una detenzione a seguito della denuncia di ratto e seduzione di Angiolina Cavanna, una giovane di circa vent’anni con la quale aveva convissuto e dalla cui relazione era stata data alla luce una bimba priva di vita.
Paganini viene rilasciato dopo pochi giorni di detenzione in base all’accordo di risarcimento di lire 1.200 a favore della Cavanna. La vertenza, tuttavia si chiuderà solo nel 1821 con l’intesa raggiunta fra le parti consistente in un pagamento ad Angiolina Cavanna nella misura di 4.400 lire in contanti.
Il 2 gennaio 1835 Paganini torna a Palazzo Ducale, questa volta per suonare in un ricevimento organizzato dal governatore di Genova, conte Filippo Paolucci (colui che, su istruzioni governative, vieterà, cinque anni più tardi, il trasferimento della salma di Paganini nei Regi Stati).
8. Chiesa di San Donato
Risale al XI secolo ed è tra le più importanti testimonianze del Romanico genovese. La facciata fu rifatta durante il XIX secolo, ma il portale e l’architrave romana sono originali. Particolare è la torre nolare a base ottagonale. All’interno del sei colonne monolitiche che ripartiscono le navate, sono romane; le altre a rocchi bianchi e neri, risalgono al XII secolo. All’interno è custodita la Vergine col Bambino Gesù di Nicolò da Voltri (fine XIV secolo) e nella cappella laterale sinistra, lo splendido trittico dell’Adorazione dei Magi di Joos Van Cleve (1515). In questa chiesa è custodito il primo documento relativo a Niccolò Paganini che, nato il 27 ottobre 1782 in Via delle Fosse del Colle (poi Passo di Gattamora), da Antonio e Teresa Bocciardo, era stato battezzato il giorno successivo nella Chiesa di San Salvatore in Piazza Sarzano (oggi Aula Magna della Facoltà di Architettura). Il Registro dei Battesimi riporta la seguente dicitura:
Die 28 8bris
Nicol.us Paganino Antonii f. Jo. B.e et Ter.ie Jois. Bocciardo con. natus heri et hodie a me Pre. to baptiz. us Suscip. Nicolao Carrara q. Bartolomei, et Columba M.a Ferramolla uxore.
Nella casa natale, abbattuta durante il nuovo assetto urbanistico della città nel 1971, il piccolo Niccolò apprese dal padre i primi insegnamenti musicali e a suonare il mandolino e il violino.
9. Teatro della Tosse
Di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino oggi c’è il Teatro della Tosse, mentre all’epoca di Paganini si trovava il più famoso palcoscenico della città: il Teatro Sant’Agostino.
Niccolò Paganini tiene la sua prima accademia pubblica nel teatro di S. Agostino il 31 luglio 1795 nella quale esegue, forse per la prima volta, la Carmagnola con variazioni.
L’evento, il cui ricavato consentirà di proseguire gli studi a Parma, è annunciato con queste parole:
«Venerdì prossimo venturo vi sarà Accademia nel Teatro di S. Agostino. Questa verrà data da Niccolò Paganini, Genovese, giovinetto già noto alla sua Patria per la sua abilità nel maneggio del violino. Avendo egli determinato di portarsi a Parma per perfezionarsi nella sua professione sotto la direzione del rinomato Professore Sig. Rolla, e non avendo al caso di poter supplire alla molte spese a ciò necessarie, ha immaginato questo mezzo per farsi coraggio a pregare i suoi Compatrioti a voler contribuire a simile suo progetto, invitando ad intervenire a questo trattenimento che spera debba riuscir di loro gradimento». (Avvisi, 25 luglio 1795)
Nel Teatro, allora il più famoso palcoscenico genovese, Paganini si esibirà ancora negli anni successivi quando, ad ogni ritorno nella città natale, farà vivere ai concittadini momenti di grande emozione ed entusiasmo.
Ricordiamo in particolare il concerto del 9 settembre 1815, tenuto alla presenza di Vittorio Emanuele I e della moglie Maria Teresa, che portò la regina a manifestare «con un bravo» la sua compiacenza, e quelli effettuati nel maggio 1824, per i quali il poeta dialettale Martin Piaggio scrisse il sonetto De che magia l’è feto u tò violin?, e quello del 16 novembre 1827 del quale la “Gazzetta di Genova” del 17 novembre riporta: «Paganini è ricomparso ieri sera sul Teatro di Sant’Agostino. Per quanto fosse la sua seconda accademia, e vastissimo il teatro, tale fu il concorso, che un’ora prima che incominciasse non fu più possibile di penetrarvi. Paganini ha giustificato, ha superato anche la generale aspettativa; ha suonato come Orfeo, come un Angelo».
10. Chiesa di San Salvatore
Nel gennaio dell’anno 1141 i Consoli di Genova donarono un appezzamento di terreno per la costruzione di una chiesa nel campo di Sarzano, utilizzato all’epoca per pubbliche celebrazioni civili. La chiesa di S. Salvatore verrà inaugurata nel corso del XII secolo. Nell’anno 1611 si procedette ad ampliamenti considerevoli e nel 1692 venne costruito l’organo. La chiesa fu gravemente danneggiata per due volte, dal bombardamento navale francese del 1684 e nel 1942: crollata per un incendio, rimase in rovina per decenni, fino a che, nel 1992 una prima fase di un progetto di restauro la vide destinata ad ospitare l’aula magna della facoltà di Architettura. Viene utilizzata anche come sede per concerti.
Niccolò Paganini venne battezzato nella chiesa di S. Salvatore il 28 ottobre 1782; padrino e madrina furono rispettivamente Nicola Carrara e Colomba Ferramolla.
11. Villetta di Negro
Costruita nel 1802 per volere del Marchese Gian Carlo Di Negro, su progetto di Carlo Barabino, fu inserita nella scenografia di un lussureggiante giardino con piante rare ed esotiche, e piccole cascate. Nel 1863 è stata ceduta dagli eredi al Comune di Genova, diventando parco pubblico. Fu distrutta durante l’ultima guerra.
Nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, l’edificio venne colpito dai bombardamenti navali degli alleati contro la città e distrutto. Nel 1948 il Comune finanziò la ricostruzione dell’edificio con forma attuale, che divenne, nel 1971, su progetto di Marco Labò, sede del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone (fu il primo museo italiano realizzato a spese di una pubblica amministrazione nel dopoguerra).
Il 28 luglio 1835, con una sontuosa festa alla presenza del Marchese Antonio Brignole Sale e diverse personalità cittadine, nel giardino della villetta del Marchese Gian Carlo di Negro viene inaugurato un busto marmoreo del musicista, opera dello scultore Paolo Olivari. Nicolò Paganini però non è presente.
L’avvenimento fu commentato da Giuseppe Mazzini, che viene informato dell’avvenimento dalla sorella Francesca in una lettera del 27 luglio: Dimane il patrizio G. C: Di Negro nella sua villetta dà l’inaugurazione del busto del celebre Paganini, vi saranno pure cantate, poesie, ecc.”
12. Nei pressi della casa natale di Niccolò Paganini
Niccolò Paganini nacque in un antico quartiere popolare di Genova, nel cuore della città, denominato “a Cheullia”, che costeggiava le mura del Barbarossa (XII secolo).
Negli anni ’60 il piano regolatore del Comune sacrificò definitivamente l’antico quartiere, per dare vita a un nuovo centro direzionale (Centro dei Liguri). Le imponenti demolizioni colpirono, nel 1971, anche la casa natale di Paganini, in passo Gattamora. Nel luogo anonimo che sorse intorno ai moderni palazzi della Regione, i Giardini Baltimora – ribattezzati dai genovesi Giardini di plastica – l’amministrazione mantenne in un muro la lapide commemorativa dettata dal poeta Anton Giulio Barrili:
ALTA VENTURA SORTITA DA UMILE LUOGO
IN QUESTA CASA IL GIORNO XXVII DI OTTOBRE
DELL’ANNO MDCCLXXXII NACQUE
A DECORO DI GENOVA E DELIZIA DEL MONDO
NICOLÒ PAGANINI
NELLA DIVINA ARTE DEI SUONI INSUPERATO MAESTRO.
Sebbene i continui successi abbiano tenuto Paganini a lungo lontano da Genova, e sebbene in varie occasioni il violinista abbia accennato a Lucca e a Parma come a due città di elezione, egli è fortemente legato alla città natale alla quale vuole dedicare le sue energie e competenze.
Lo attestano il desiderio di occuparsi del Teatro Carlo Felice («Se mi sarà dato formar parte dell’armonia nella fausta apertura del nostro nuovo Teatro, giubilerò non poco») e tanti pensieri espressi nelle lettere agli amici ed in particolare a Germi: «gli artisti bramerebbero vedermi qui [a Parigi] stabilito, ma io voglio star vicino a te e nella patria di Colombo». Lo attestano soprattutto le ultime volontà con le quali, dopo aver nominato erede universale il figlio Achille, Paganini lascia a Genova la cosa a lui più cara, il compagno di mille vicende e successi, quel Guarnieri del Gesù che affettuosamente chiamava «il mio cannone violino».